Assemblea degli iscritti CIMO (Confederazione Italiana Medici Ospedalieri) di Agrigento. Il segretario regionale Bonsignore: “Emerse gravi criticità negli organici dei medici e nella gestione del personale”
Si è svolta giovedì 23 marzo scorso, presso l’Aula Formazione dell’Ospedale S. Giovanni di Dio, l’assemblea degli iscritti CIMO (Confederazione Italiana Medici Ospedalieri) dell’ASP di Agrigento. Alla presenza del segretario aziendale, Dottoressa Rosetta Vaccaro, del segretario regionale Giuseppe Bonsignore, del segretario regionale amministrativo Renato Passalacqua e del presidente federale CIMO-Fesmed della Sicilia Riccardo Spampinato, si è svolto un interessante dibattito sulle più rilevanti criticità presenti all’ASP di Agrigento. Nel corso dell’assemblea, è intervenuto il legale di riferimento di CIMO Agrigento, Avv. Gaetano Mattina, che ha illustrato alla platea degli iscritti quanto fatto finora sotto il profilo legale, viste le mancate risposte dei vertici aziendali alle richieste sindacali. “In attesa di riscontro all’esposto inviato all’Ispettorato Regionale del Lavoro, all’Assessorato Regionale della Salute e all’Assessorato Regionale del Lavoro, sul mancato rispetto delle norme di Legge e contrattuali in materia di orario di lavoro, di giusto riposo e di mobilità d’urgenza, impropriamente adoperata dall’ASP di Agrigento – dichiara Giuseppe Bonsignore - si è posta sul tappeto l’ipotesi di un esposto alla Procura della Repubblica per il comportamento omissivo dei vertici dell’ASP in merito alle politiche per il reclutamento del personale, che valuteremo nel breve periodo”. “Da troppo tempo – afferma Riccardo Spampinato – i medici di varie Unità Operative vengono sottoposti a vere e proprie vessazioni che vanno a detrimento della vita sociale e familiare di ognuno di loro, visto che non hanno più giorni di ferie e o riposi e, soprattutto, in virtù del fatto che vengono raggiunti da provvedimenti di mobilità quasi settimanalmente, attraverso i quali sono costretti a sobbarcarsi 50 km per andare a lavorare presso strutture diverse da quella di appartenenza a causa della cronica carenza di personale che l’ASP non riesce o non vuole a sanare”. “Purtroppo fino ad oggi – conclude Bonsignore – sia l’Ispettorato del Lavoro che gli Assessorati coinvolti da CIMO hanno fatto orecchio da mercante, non fornendo alcuna risposta e non impartendo i dovuti input ai vertici di un’Azienda Sanitaria che appare oggi letteralmente allo sbando. Forse sarebbe il caso di pensare all’invio di un Commissario ad acta all’ASP di Agrigento che riesca finalmente a sbloccare le procedure di reclutamento e a inviare i vincitori di concorso laddove veramente esistono le carenze e non dove fa più comodo e magari in soprannumero”.
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Salvo Messina
Giornalista
Tessera Ordine n. 70152
Bonsignore (CIMO Sicilia): “Bene l’Assessorato regionale alla Salute sulle assunzioni di medici anestesisti e di pronto soccorso. Ora i Commissari procedano celermente”
“Finalmente cadono i paletti precedentemente previsti dall’Assessorato regionale della Salute sulle assunzioni di personale medico dell’emergenza/urgenza”. Lo dichiara il segretario regionale della Cimo Sicilia Giuseppe Bonsignore. “Finora, pur mancando medici rianimatori e di pronto soccorso - sottolinea Bonsignore - le precedenti disposizioni assessoriali prevedevano, anche in presenza di graduatorie concorsuali valide, la possibilità di assumere questo personale in maniera contingentata, ponendo un tetto dell’80% rispetto ai posti vacanti. Adesso, l’Assessore della Salute, Giovanna Volo e il dirigente generale ad interim della Pianificazione Strategica Salvatore Requirez, aggiustano il tiro, consentendo alle Aziende sanitarie siciliane di coprire tutti i vuoti in organico”. “Con una Circolare indirizzata a tutti i Commissari delle Aziende sanitarie - evidenzia il sindacalista - i vertici dell’Assessorato forniscono, a modifica delle precedenti indicazioni forniscono le dovute autorizzazioni alle Aziende a procedere alle assunzioni di personale medico nelle aree dell’emergenza/urgenza in linea con le previsioni annuali di piani di fabbisogno previsti ed approvati, avuto riguardo all’equilibrio economico-finanziario”. Prevista anche la possibilità di includere nelle procedure concorsuali gli specializzandi delle discipline interessate in modo tale da assumerli a tempo indeterminato non appena costoro avranno conseguito il titolo della specializzazione. Infine, viene ribadito il diniego a ricorrere alle esternalizzazioni dei servizi dell’emergenza/urgenza. “I vuoti in organico vanno colmati - conclude Bonsignore - “con il ricorso programmato e tempestivo al reclutamento del personale a copertura dei posti vacanti del piano di fabbisogno e delle dotazioni organiche approvate dall’Assessorato”.
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Salvo Messina
Giornalista
Tessera Ordine n. 70152
Ospedale San Vincenzo di Taormina. Il segretario regionale della Cimo Sicilia Giuseppe Bonsignore, lancia il grido d’allarme: “A rischio di chiusura i reparti di Cardiologia e Cardiochirurgia pediatrica”
“Non più previste in Pianta Organica dell’ASP Messina le strutture d’eccellenza attive nel Presidio ospedaliero San Vincenzo di Taormina in convenzione con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma”. A lanciare il grido d’allarme è il segretario regionale della Cimo Sicilia Giuseppe Bonsignore.
“Con il parere favorevole delle Giunta Regione Siciliana alla rideterminazione della Dotazione Organica e del Piano Triennale dei Fabbisogni del Personale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Messina, adottato con Delibera n. 116 dello scorso 3 marzo - evidenzia Bonsignore - potrebbe ufficialmente interrompersi l’attività dei reparti di Cardiologia e Cardiochirurgia attivi dal 2001 nell’ambito del Centro Pediatrico istituito presso il Presidio ospedaliero S. Vincenzo di Taormina”. Bonsignore si chiede “quali prospettive quindi possono prevedersi per la cura di migliaia di piccoli pazienti? Rivolgersi a strutture private o ritornare ad affrontare viaggi della speranza? Quali impegni potranno prendere in tal senso i candidati a sindaco del Comune di Taormina che verrebbe “scippata” di un presidio di eccellenza”?
“Fonti interne e sindacali - aggiunge il sindacalista dei medici ospedalieri - segnalano gravi carenze nella gestione della rimodulazione, priva di adeguati correttivi in ordine alla continuità assistenziale. Allo stato, invero, le prestazioni sanitarie risultano, in assenza di comunicazioni e disposizioni da parte dell’ASP né della Direzione di Presidio, impropriamente rese da personale medico ed infermieristico inquadrato dal 2001 in reparti - cardiologia pediatrica e cardiochirurgia pediatrica - oggi non più previsti, con evidenti riflessi in merito alle coperture assicurative di legge ed alla puntuale individuazione dei soggetti responsabili per le attività svolte in un settore ufficialmente non più riconosciuto dall’Azienda”. "Possibile causa della mancata previsione organica sarebbe, secondo indiscrezioni, da imputare al mancato finanziamento dell’attività, che se per tutti questi anni è stata economicamente inserita nel tetto di spesa del personale dell’ASP, inspiegabilmente sembra oggi non trovare più adeguata copertura, potendosi lecitamente ipotizzare il dirottamento dei fondi verso altri settori dell’Azienda. Ragione per la quale è prevedibile a breve uno stato di agitazione del personale interessato che porterebbe all’interruzione delle attività del Centro Cardiologico Pediatrico del Mediterraneo proprio a causa della soppressione dei due reparti, gestiti da personale specificamente formato ed operante si dal 2001 nel delicato settore della cardiochirurgia pediatrica. Riferimento che la volontà politica intende da tempo realizzare a Palermo - sottolinea Bonsignore - transitando oggi da una modifica dell’assetto organico regionale di settore, che, ancor prima di assicurare, non solo la funzionalità ma l’esistenza stessa di strutture nel capoluogo idonee ad assolvere l’importante missione in abito cardiochirurgico pediatrico - allo stato non risultano realizzati neppure i locali - provocherebbe in tal modo la dismissione di un polo d’eccellenza, quale il Centro Cardiologico Pediatrico del Mediterraneo, capace di assicurare il dovuto livello assistenziale in un settore di altissima specializzazione, riconosciuto e premiato in ambito internazionale (da ultimo quale Centro di Eccellenza Europea per l’utilizzo di supporti extracorporei come metodica salvavita)”. “Tutto ciò - conclude Bonsignore - nonostante le ampie rassicurazioni che la competente commissione legislativa dell’ARS ha nel tempo profuso – da ultimo in occasione della seduta della Commissione del 10 gennaio u.s. - ai sindaci del distretto ed ai rappresentanti di categoria a vari titolo interessati, prospettando addirittura una prosecuzione del rapporto con la struttura romana per ulteriori quattro anni”.
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Salvo Messina
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Bonsignore (Cimo Sicilia): “All’Asp di Agrigento siamo assistendo all’improprio utilizzo della mobilità d’urgenza e mobilità interna. Ora basta”. Inviata lettera all’Ispettorato del lavoro.
“Reiterazione della richiesta di intervento ispettivo per violazione dei contratti di lavoro e applicazione delle leggi in materia di lavoro della Dirigenza Medica di Pediatria/Neonatologia e Cardiologia relativa all’improprio utilizzo della mobilità d’urgenza e mobilità interna”. Lo richiedono i vertici di Cimo Sicilia rappresentanti dal segretario Giuseppe Bonsignore che ha conferito mandato ad un avvocato affinché i diritti dei lavoratori vengano rispettati in ossequio a quanto previsto dalle leggi in vigore. Si fa ancora più duro lo scontro tra il sindacato dei medici e i vertici dell’Asp di Agrigento. La Cimo nell’interesse dei propri iscritti, tramite il proprio rappresentante legale che ha inviato una lettera all’Ispettorato Territoriale del Lavoro Regione Sicilia, all’Ispettorato Territoriale Provinciale del Lavoro di Agrigento (e per conoscenza alla Procura della Repubblica c/o il Tribunale di Agrigento, all’Assessore regionale della Salute e all’Assessore regionale del Lavoro), “chiede e per quanto occorre invita i destinatari della lettera, ciascuno secondo le proprie competenze, ad adottare ogni iniziativa doverosa e/o opportuna e finalizzata al rispetto delle norme di legge e del C.C.N.L”. “Chiede, in particolare all’Ispettorato Regionale del Lavoro di porre in essere, con urgenza, ogni attività di controllo diretta al rispetto delle norme dell’ordinamento giuridico e specificamente della normativa in materia, al fine di assicurare agli operatori sanitari condizioni di lavoro conformi ai canoni di legalità e sicurezza e per garantire all’utenza destinataria il perseguimento dei livelli essenziali di assistenza, principio costituzionalmente garantito. Parimenti, chiede agli Assessorati in indirizzo, in persona dei rispettivi rappresentanti legali pro-tempore, di volere vigilare sulla corretta applicazione della normativa di settore ed al Sig. Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento, di volere avviare le opportune indagini al fine di accertare eventuali profili di responsabilità penale, anche di natura omissiva, imputabili ai pubblici uffici adottando ogni opportuno provvedimento”. “All’Asp di Agrigento siamo assistendo all’improprio utilizzo della mobilità d’urgenza e mobilità interna - tuona Giuseppe Bonsignore - con la disapplicazione dell’art. 54 CCNL 2016/2018 – Art. 16 CCNL del 10/02/2004, integrativo del CCNL 1998/2001 e alla violazione della direttiva 93/104/CE e della legge n. 161/2014. Ormai da diversi anni l’Asp di Agrigento, per far fronte alla carenza di personale presso il Presidio ospedaliero di Licata, con reiterati ed illegittimi ordini di servizio, cui sono destinatari i Pediatri/ Neonatologi, assegnati per contratto alle rispettive Unità operativa complessa (U.O.C.) di inquadramento presso il Presidio ospedaliero di Agrigento, fa un improprio utilizzo dell’istituto della mobilità d’urgenza, impartendo ai pediatri di prestare la propria attività lavorativa anche presso il Presidio ospedaliero di Licata. Inoltre - aggiunge Bonsignore - non potrà sfuggire ai destinatari di questa segnalazione come il ricorso alla mobilità d’urgenza si è reso necessario per ovviare ad una situazione d’urgenza dettata non da eventi contingenti ed imprevedibili, posto che l’urgenza deriva da una scelta dell’Asp di Agrigento di non destinare al presidio ospedaliero di Licata nessuno dei pediatri e neonatologi assunti a seguito di concorso pubblico per titoli ed esami (indetto il 10.8.2021). Senza dire poi che dei 6 posti messi a concorso con la deliberazione del Commissario Straordinario dell’Asp di Agrigento n.1396 del 10.8.2021, al momento della convocazione dei vincitori per la sottoscrizione dei relativi contratti di lavoro, avvenuta in data 19.5.2022, l’Asp di Agrigento ha stabilito che i posti dovevano essere così assegnati e ricoperti: 1 UOC di Agrigento; 1 UOC di Sciacca; 2 UO di Canicattì e 2 UO di Licata. Tuttavia, è avvenuto che, all’atto della sottoscrizione dei relativi contratti di assunzione con i vincitori, inopinatamente, l’Asp di Agrigento, pur avendo provveduto all’assunzione dei n.6 dirigenti medici reclutati con la procedura concorsuale, ha deciso di non destinare nessuno degli stessi al presidio di Licata; scelta che, di fatto, ha creato l’attuale e perdurante situazione di emergenza a cui si cerca di porre rimedio con l’istituto della mobilità d’urgenza ed in alcuni casi anche attraverso l’improprio ricorso alle prestazioni aggiuntive ALPI (Attività libero professionale intramuraria), con notevole ed ingiustificato aggravio di costi per l’Asp di Agrigento. Ed ancora - evidenzia il sindacalista - la condizione di emergenza venutasi a creare nel presidio ospedaliero di Licata risulta vieppiù imputabile a scelte esclusivamente riferibili al datore di lavoro. Le medesime criticità in punto di inammissibilità del ricorso alla procedura della mobilità d’urgenza valgano anche per gli ordini di servizio presso il Presidio ospedaliero di Licata cui sono destinatari i Dirigenti Medici Cardiologi nonché per quelli (ordini di servizio) con cui viene impartito agli stessi di svolgere la propria attività anche presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento. Per come segnalato dalla C.I.M.O e dagli stessi Dirigenti Medico Cardiologi con le note del 16.11.2022 e del 2.2.2023, anche in questo caso la situazione di emergenza deriva da scelte strategiche dell’Asp di Agrigento tra cui, ad esempio, quella di non destinare al Pronto Soccorso i lavoratori a Partita Iva che potrebbero sicuramente fornire un contributo utile ed essenziale per il corretto funzionamento del Pronto Soccorso. Le stesse (disposizioni di servizio) sono, altresì, illegittime per essere state assunte dal Direttore Sanitario del Presidio Ospedaliero ed hanno come destinatari i Dirigenti Medici Cardiologici facenti parte della dotazione organica di una diversa U.O.C., ossia quella di Cardiologia. Al riguardo vale la pena di segnalare che, per legge, il Direttore Sanitario del P.O. non si pone in una posizione di superiorità gerarchica rispetto agli altri Direttori di U.O.C. del medesimo presidio ospedaliero. Da qui - conclude il segretario regionale di Cimo Sicilia Giuseppe Bonsignore nella lettera - l’illegittimità dell’operato dell’Asp di Agrigento”.
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Salvo Messina
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Medico aggredito al pronto soccorso di Militello in Val di Catania. Spampinato (CIMO-FESMED) e Bonsignore (CIMO): “Nell’esprime la nostra solidarietà al collega evidenziamo che è illegale, da parte dell’Azienda ospedaliera, fare lavorare 18 ore no stop”
“Nell’esprimere la nostra solidarietà al medico e all’infermiera aggrediti da un uomo al Pronto Soccorso dell’Ospedale “Basso-Ragusa” di Militello in Val di Catania - ci corre l’obbligo di evidenziare che il medico era in servizio interrottamente da 18 ore e che ha continuato a svolgere il sevizio anche dopo l’aggressione”. Così, in una nota congiunta, il presidente regionale della Federazione CIMO-FESMED (Federazione Sindacale Medici Dirigenti) Riccardo Spampinato e il segretario regionale CIMO (Confederazione Italiana Medici Ospedalieri) Giuseppe Bonsignore. “Inoltre, dopo questo atto vile e assolutamente ingiustificabile - aggiungono - ci aspettiamo una presa di posizione del sindaco di Militello in Val di Catania che stigmatizzi l’atto deprecabile del suo concittadino, visto che si batte anche per tenere aperto l’Ospedale. Purtroppo siamo costretti a constatare la mancanza di controllo da parte dell’Azienda ospedaliera - concludono i due sindacalisti - che non può permettere ad un medico di stare in servizio 18 ore consecutive poiché questi orari di lavoro sono palesemente illegali”.
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Salvo Messina
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